La Candelora in una lettura "cabalistica"

Oggi 2 febbraio si festeggia la Candelora.  L’etimologia del nome ci riconduce a candelorum, ovvero una benedizione delle candele che si mette in relazione con la presentazione di Gesù al Tempio 40 giorni dopo la sua nascita, magnificamente rappresentata dal Mantegna.

La festa ha però radici ancora più antiche, ovvero in alcuni culti precristiani. Già i romani festeggiavano tale giornata, chiamandola però Lupercalia, una festa di purificazione che ricorreva proprio a febbraio. Anche i Celti presentavano una simile festività: si tratta dell’Imboloc, la festa della luce. Il popolo celtico celebrava dunque con questa ricorrenza il ritorno della luce e i primi richiami della primavera.

Vediamo già qui alcune parole e numeri chiave (la purificazione e il 40) che sono il fil rouge che la lettura che ho definito cabalistica, nel senso basata sull'interpretazione numerica dell'evento. Un evento che ci riporta all'identità ebraica di Gesù, che come tutti i neonati, al 40. giorno dalla nascita (secondo il Levitico) doveva essere presentato dal padre e dalla madre   davanti al tabernacolo. I due dovevano offrite in olocausto, come atto di purificazione un agnello o per i più poveri, come Maria e Giuseppe, una coppia di colombe o di tortore. Per Maria finiva quel periodo di purificazione di 33 giorni, iniziato all'8. giorno, ovvero quanto Gesù era stato circonciso e contemporaneamente " battezzato", nel senso che il nome Gesù (jeshua = salvezza/salvatore) gli era stato dato al momento della circoncisione. Come ancora avviene nell'ebraismo.

Ma passiamo alla lettura numerica:

Entrambi i numeri (8 e 40) sono "femminili", iniziando dall 8 che equivale alla lettera chet, che rappresenta, tra l'altro l'utero. Il Libro della Formazione attribuisce la chet al Segno del Cancro (4. Casa - la Madre). 8 è il numero atomico dell'ossigeno, elemento di vita che passa dalla madre al figlio. 8 è la ghematria (valore numerico) del verbo ahav che significa amare e della parola ebraica dad che è il capezzolo, il seno materno. L'immagine è quella dell'amore che passa attraverso il seno materno

Il 40 ha una vibrazione ancora più femminile: 40 è il valore numerico della lettera madre mem (la radice dell'acqua), Quel quaranta è anche la quarantena, l'isolamento che termina, la fine della purificazione. Questa parola oggi ci colpisce ancora di più visto che il corona-virus ci ha costretti tutti a stare in quarantena. Nell'ebraismo la purificazione (per la donna) avveniva (e avviene) attraverso l'immersione in un così detto bagno rituale secondo regole molto severe. Quell'immergersi nell'acqua non rappresenta solo una purificazione fisica dopo il parto (o anche la mestruazione) ma un passaggio di morte e rinascita spirituale.  Ma torniamo all'analisi numerica: 40 è anche la ghematria della parola ebraica latte - della parola chevel che sono i dolori del parto (!) e della parola goel = redentore (!). Non penso di dover spiegare l'analogia perché è evidente e rifulgente di luce propria.

La Candelora è dunque anche la celebrazione di Maria, donna e madre, nella dimensione terrena. Lei che era "immacolata" e che quindi non necessitava di alcuna purificazione non si sottrae al rito e questo la rende ancora più grande.