Cabalà & Faust

 

Si tratta di una mia libera interpretazione artistica della famosa scena della cucina delle streghe tratta dal Faust di Goethe.

Mephisto conduce Faust nella cucina per fargli preparare una pozione di giovinezza. Con grande baccano ed enfasi la strega inizia a pronunciare una formula magica sul ribollente calderone. La formula magistralmente composta da Goethe gioca su una serie di numeri, tanto che è nota come la "tabellina delle streghe" (Hexen-Einmal-Eis) che inizia così: 

Devi proprio capire come sta:

con l'Uno il Dieci si farà 

e se il Due lo lasci come è

basta che ci aggiungi il Tre

e sarai di già aricchito...

 

Nella traduzione molto va perso, specie il ritmo, la cadenza così determinante in Goethe. (Si pensi anche alla ballata "l'Apprendista Stregone" a cui ho già dedicato un post precedente.

 

                                                     "Du mußt verstehn!

                                                      Aus Eins mach' Zehn,  

                                                 und Zwei lass gehn'

                                                    und Drei mach' gleich

                                                 So bist du reich...

 

Ma cosa c'entra la Cabalà.? Ogniqualvolta si parla di numeri non si può fare a meno che vederli nell'ottica del cabalista, ovvero traducendoli o meglio tramutandoli  (opera alchemica per eccellenza) nelle lettere ebraiche corrispondenti. Quei numeri/lettere che compongono la formula magica pronunciata dalla strega li vedete ribollire nel calderone. Sommati danno il numero 45 (aleph=1 - dalet=4 - mem=40) che a sua volta corrisponde alla parola ebraica Adam (ovvero l'essere umano uomo e donna). La parola è leggibile nella zona gialla tra i vapori che salgono verso l'alto. Faust è l'archetipo dell'essere umano, alla ricerca disperata dell'eterna giovinezza, sedotto dal Mephisto del momento.

L'alternativa, frutto del libero arbitrio, che fa dell'essere umano il principale responsabile del suo destino, è nella trasformazione di sè, raffigurata dall'athanor, il forno degli alchimisti, visibile in alto nel quadro. Superata la fase "diabolica", nel senso di schiavitù o dipendenza dai legami della materia (la coda del gatto alla sinistra forma la lettera samech che nei Tarocchi corrisponde all'arcano del Diavolo) che si bruciano all'interno del forno resta l'essenza pura (le 6 gocce che salgono verso l'alto).